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Gallo Nero Run 2024

by Firenze Chapter, 4-6 ottobre

Il Gallo Nero è lo storico simbolo del Chianti, marchio per il Chianti Classico e per il consorzio che ne raggruppa i produttori. È ormai dal 2005 che questo logo è stato esteso a tutti i produttori della sottozona Classico… ah no, scusate… questa è la storia del Run del Gallo Nero!

La strada non è stata certo la padrona di questa nuova avventura, complice anche un tempo ballerino, ma il divertimento non è mancato.

Il tema proposto per l’evento è il far west e, vuoi la location immersa nel verde, vuoi tutte le attrattive messe a disposizione dai nostri ospiti, è stato in un batter di ciglia che ci siamo lasciati trasportare in un modo di speroni e Stetson. Percorsi per cavallucci di plastica, tiro al bersaglio e l’immancabile tavolo da saloon hanno tenuto impegnato il pomeriggio del venerdì, inducendo a vere e proprie sfide intestine (n.d.r. non quelle da fagioli con la cotica).

Il sabato è bottino di un libero arbitrio geografico. Si viaggia attraverso un paesaggio moderato da sinuose colline toscane, dipinte di un verde intenso che non vuol lasciare spazio ai colori più tenui di un autunno che tarda ad arrivare. Se i tour più rinomati della zona portano verso la ben nota meta di Castellina in Chianti, il nostro giro invece ci rivolge alla scoperta della mistica spada nella roccia dell’Abbazia di San Galgano. La leggenda narra che nel natale del 1180 Galgano, al culmine della sua conversione infisse la sua spada nel terreno così da formare una croce con l’elsa stessa. Tra mito e realtà, ancora oggi, una spada corrosa dalla ruggine spunta dal terreno. E che non gliela fai una foto?

Si ritorna per pranzo e si lascia il tempo del pomeriggio alla libera interpretazione dell’evento: c’è chi riprende la moto per un aperitivo e chi resta a fare quattro chiacchiere in giardino, chi non pu  mancare all’appuntamento del riposino pomeridiano e chi invece sfrutta la piscina o il centro benessere della struttura, o chi ancora continua a dilettarsi con i giochi. Insomma abbiamo a nostra disposizione un parco a tema per eterni Peter Pan.

Si è ballato, mangiato, dormito, riposato, girato! In quale ordine? Ovviamente in ordine sparso. Più che un run, questo verrà ricordato come un week end versione benessere. E ti pare poco per la vita frenetica che abbiamo?

Ciao lettore alla prossima avventura targata F.R.C.

Francesca Monti Editor

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Lombardia Rally

20-22 settembre 2024

È venerdì mattina. Il briefing iniziale lascia ben sperare, il nostro Head Road Mr. Spillo chiarisce subito i punti essenziali e volendo ricordare in brevi linee il concetto, potremmo dire: “raga’, visto che a noi ce piace tanto l’autostrada, oggi ne famo due!”.

Inizia così il nostro Rally di Lombardia, cercando riparo dalle intemperie del centro Italia e dando un occhio alle strade consolari, che comunque, metti caso volessimo fare un paio di incursioni, almeno le abbiamo controllate per tempo. Per fortuna che il passo della Cisa ci ha risvegliato dal torpore delle due corsie… Arriviamo stanchi ma non troppo, affamati, ma non troppo, accaldati, ma non troppo. Insomma, arriviamo!

Il tempo di prendere il braccialetto per entrare nel villaggio e portare le moto davanti ai bungalow assegnati, che già si avvertono le prime asperità: lenzuola imbustate! I nostri eroi saranno stati in grado di rifare il letto per la notte o si saranno semplicemente buttati su di un telo spiegazzato? Le facce del giorno dopo non portano segni, si potrebbe quindi supporre che abbiano provveduto a riordinare il proprio triclinio.

La notte è passata in un baleno e i più mattinieri si ritrovano per un caffè seduti in veranda, ricalcando le orme di imperituri pensionati medi, mentre tutti gli altri si preparano all’arrivo del nostro

Ambassador Viga, che per l’occasione ha ideato un giro ad hoc targato Forvm, nella sua amata terra. E quindi via alla volta di Sirmione, traffico, rotatorie, Sal , traffico, rotatorie, traffico, rotatorie… e rotatorie e traffico. Finalmente si inizia a salire, abbracciamo il lago di Idro e proseguiamo tra rocce mozzafiato che ci seguono durante tutto il percorso. L’andatura è ideale per godere di questo panorama e sicuramente in un altro momento, una sosta sarebbe obbligata, perché un simile paesaggio deve essere immortalato. Bastano così pochi chilometri per lasciarci alle spalle il lago con la sua frenesia e riscoprire strade di montagna incastonate nel più classico dei panorami. L’arrivo al rifugio per il pranzo lascia tutti senza parole, forse proprio perché non ci saremmo mai aspettati un giro come questo e una sosta di pari impatto. È dura lasciare questo angolo di paradiso, ma il nostro Viga ha ancora un paio di sorprese prima di poter considerare conclusa la giornata. Si rimonta in sella e via verso il lago di Garda, dove, dopo aver dimostrato una sorprendente abilità funambolica cercando di farci spazio nel famoso traffico, ci imbarchiamo con i nostri ferri per raggiungere l’altra riva. Vorremmo continuare ancora a perlustrare la zona ma impegni istituzionali ci reclamano al villaggio, per cui non ci resta che un ultimo affogato al caffè e un’ultima foto al lago di Garda, che sonnecchia sotto di noi.

Giusto il tempo di una doccia, una goccia di profumo e siamo pronti per l’evento! Un bacio e un saluto agli amici degli altri Chapter, una foto di rito tutti insieme e finalmente: si mangia!! Eh sì, perché a noi, quelli de Roma bella, non è tanto il mettersi a tavola e mangiare, ma è il declamare una frase, la frase… che ce riporta sempre a casa col pensiero “’na vendetta, dotto’, è ‘na vendetta!”.

La serata si protrae con musica e fuochi d’artificio mentre ci dirigiamo verso le brande, la giornata è stata intensa e forse è arrivato il momento del meritato riposo. Saremo stati bravi? Forse si o forse no… viste le espressioni del nostro Activities Emiliano, magari un po’ dispettosi. Scusa se ci siamo fatti un po’ prendere la mano, ma ci siamo proprio divertiti.

A tutti voi, buona strada e al prossimo run.

Francesca Monti Editor

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Run del Tricolle

21-23 Giugno 2024

… “E chi se lo perde un giro ad Avellino!”

Non per mettere un po’ di invidia a chi non si è prenotato, ma veramente… che run!  

Questo fine settimana ha dimostrato come la riuscita di un evento, non è questione di strada, né di idee nell’organizzazione, ma il cuore che si spende per gli altri. Capitanati dal nostro Activities Mr. Trix e seguendo il percorso tracciato dal nostro Sandro Mr. Spillo Head Road arriviamo in un baleno.

L’accoglienza in concessionaria ha un soffice sapore di famiglia. Un tavolo con le racchette da ping pong appoggiate sopra, i tavolini all’ombra, le teglie di pasta al forno e di verdure fatte rigorosamente in casa, una porchetta a caso, il tubo dell’acqua usato all’occorrenza, tutto così naturalmente semplice… insomma le basi di una giornata tra amici segnata da una perdurante canicola estiva.  Salutiamo a malincuore gli amici con il pensiero rivolto alla piscina dell’hotel. Non foss’altro che bagnati per bagnati (quella pompa d’acqua… mannaggia), dobbiamo sfidare a singolar tenzone anche i costumi riposti nelle sacche laterali. Ovviamente la piscina ha vinto su tutti, dopo due ore di un intenso accanimento abbiamo dovuto retrocedere. Non per questo per  perdiamo la guerra, si riparte per la serata organizzata in concessionaria, dove una nuvola di benessere ci attende nuovamente. Forse per  stavolta più che di benessere emotivo, dobbiamo considerare un singolare benessere gastronomico soddisfatto per la maggior parte da una forma di caciocavallo impiccato. A discrezione di chi scrive, tale bontà dovrebbe essere considerata come uno degli iniziatori dello street food italiano! 

Pochi ma buoni, mangiamo e balliamo scacciando i pensieri della settimana. Se si volesse cercare un’interpretazione più de core si potrebbe definire con un “e chi c’ammazza…”. Per la giornata trascorsa possiamo dire di essere ben paghi, di strada, d’affetto e de panza.

Il sabato mattina per coloro che potevano titubare, (che ti titubi poi), tutto è ripreso da dove si era lasciato la sera precedente, parola d’ordine: relax.

Si arriva al lago dove, poco alla volta, i ragazzi dei Lupi iniziano a predisporre un aperitivo, seguito da un aperitivo e poi un altro pezzetto di aperitivo, ah no, questo è il caciocavallo, ormai entrato di diritto nelle prossime analisi del sangue. Ci deliziano con un casaro che davanti a tutti lega nodini di mozzarella e li offre ancora caldi spezzandoli man mano. Ci sono leggende che narrano di un padellone enorme per la mantecatura della pasta sul momento e di eroi portati in ovazione per aver avuto la forza di continuare ad assaggiare tutto.

È il momento della gara di forza, il nostro Paolo mr. Rainman Ricci prende in mano la situazione e con un cipiglio pari a quello di Tot  e Maciste, stile armiamoci e partite, si rivolge agli astanti e tuona

“dobbiamo partecipare anche noi alla gara di forza. Preparatevi e andate”. A stento e con forze inaspettate il primo premio è stato ottenuto: il caciocavallo è ormai un vessillo tutto nostro!

Narrare la cena sarebbe superfluo, penso che ormai lettore avrai capito che nulla è stato lasciato al caso. La vera forza della semplicità è stato il fulcro di tutto. Ma bada, una semplicità accurata, fatta di sguardi che scrutavano, che cercavano un assenso all’impegno. E noi tutto questo non possiamo non premiarlo.

Certo. Abbiamo iniziato il venerdì con una sacca laterale esplosa, abbiamo finito la domenica con un passaggio in un negozio di casalinghi perché si sono un po’ svitati i dadi del collettore. Ma quando lo spirito è quello giusto, il problema si pu  anche spostare al giorno dopo.

Mi piacerebbe ricordare questo Run del Tricolle con un pensiero di Guy de Maupassant:

Il viaggio è una porta attraverso la quale si esce dalla realtà nota e si entra in un’altra realtà inesplorata, che somiglia al sogno. 

Francesca Miss Milka Monti editor

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Socc’Mel che Run

12-14 Aprile 2024

E la genesi del “Rvn della patata”

Esordio del tubero per il nostro Activities Antonio Cindolo a cui è lasciato l’onore e l’onere dell’organizzazione del Socc’mel che Run. Si parte di buonora, per essere dopo pranzo… I km per arrivare a destinazione non sono tanti, per cui un passaggio in Val d’Orcia è quasi “spintaneo”. Troppa autostrada, ahimè, produce sonnolenza! Per gli appassionati del genere si ratifica che la casa del gladiatore è ancora al suo posto e nessun piano regolatore ha modificato la planimetria dei campi elisi.

E niente… è una strada che lascia senza fiato.

L’ultimo tratto è ormai in penombra, il sole è da poco tramontato, ma ancora si riescono a percepire i riflessi di un rosso antico nella profondità dell’appennino bolognese. Qualche lieve curva illuminata da fari al led e finalmente si giunge alla meta del venerdì, la città della patata: Tolè, dove il tubero è una vera e propria DOP! Ma che si sappia: Di patate a cena non ve ne fu traccia, ma di tigelle e gnocco fritto ne abbiam riempito la bisaccia!

Il sabato si parte con calma, l’appuntamento in concessionaria è ancora lontano e abbiamo tempo a sufficienza per perderci ancora un po’ nelle colline e sfilano in ordine i paesini di Zocca, Zocchetta,

Ciano, Bersagliera, Acquafredda, Formica e Muffa. Che vorrei dire… complimenti all’inventiva!

L’arrivo in concessionaria è di un perfetto orario anticipato. È il momento di salutare tutti gli amici degli altri Chapter già presenti, il caldo per essere aprile non lascia scampo e piano piano ci perdiamo di vista tra la folla.

Gli orari sono decisi, resta chi predilige il giro organizzato, va via chi invece è tentato dal caffè, servito allo Chalet del passo della Raticosa. Chissà se è così buono come si dice… Sarà forse per quello, che il parcheggio è talmente pieno di moto che nemmeno una casa madre ne ha così tante? O sarà per i 50 km di sole curve, che se ti fermi un attimo a pensare sul ciglio della strada, senti solo rumori di scarichi aperti nei tornanti? Di certo è che questa è una strada da percorrere in tranquillità, godendo dei paesaggi circostanti. (N.d.R.: se vabbè…) Si torna in albergo, un pochino di riposo e… ma quando mai! Riposo! A turno ci si incontra di nuovo tutti, chi va, chi resta, chi si va a fare la doccia, chi invece viene invitato ad andarsi a fare la doccia. Non c’è verso, a noi “ce” piace stare tutti insieme, a far che non si sa, ma ci piace.

L’evento della sera è presso il DumBo, un luogo dal sapore post industriale, nato nell’ex scalo ferroviario del Ravone in un progetto di riqualificazione delle aree metropolitane. Siamo accolti da un

Bologna Chapter energico e crepitante, alle prese con gli ultimi momenti di un altro run da ricordare. 

Si sfila per l’entrata, ci si siede ai tavoli designati e si lascia andare il tempo fino al momento del taglio della mortadella, dove il nostro samurai d’occasione Cindolo, armato di coltello, (pensava forse di avere una wakizashi tra le mani) ha combattuto con tutta la sua caparbietà un povero pezzo di mortazza, che sfiancato dai colpi ricevuti, si è lasciato in ultimo mangiare. Era una lotta impari!

È ora di tornare alla spicciolata verso l’albergo, dove un ultimo giro di cornetti aspetta i reduci della giornata, qualche altra chiacchiera, un paio di messaggi mandati alle dolci metà in attesa a casa e poi via a dormire, consapevoli di una giornata vissuta a modo nostro.

E se pensavate di poter sfuggire al passo della Raticosa, non avete pensato che della domenica non v’è mai certezza? Per cui, salutati gli amici che di necessità e virtù fanno ritorno verso Roma, il gruppo riparte direzione Futa, e quindi Raticosa, come passaggio obbligato. E se c’era traffico il sabato pomeriggio, lascio al lettore l’idea di cosa possa esserci stato di domenica mattina… Insomma cosa ci resta di questo week end? Tanti chilometri, curve e risate. Certo abbiamo anche perso casualmente in autostrada due soci, ma sono stati prontamente ritrovati 40 km dopo, per cui possiamo ritenerci soddisfatti!

Per il ritorno ci era stato promesso dal nostro Sandro Mr. Spillo Head Road, che alle 16.00 saremmo stati a Salaria Ovest per i saluti e più preciso di uno shinkansen giapponese, ci ha portato a destinazione, fedele alla parola data. Tornare tutti insieme da dove si è partiti… non sarà il viaggio della vita, ma è sicuramente un viaggio di vita!

Buona strada lettori bikers Francesca Miss. Milka Monti Editor

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Run delle Vestali 2024

Che a trasformarlo in run delle “vestaglie” è bastata una scivolata della lettera G.

La prima edizione di un run con pianificazione esclusiva delle Officer in rosa si è svolta nel week end del 23 e 24 marzo. Nulla è stato lasciato al caso, nemmeno la chiusura tombale dello svincolo del raccordo il sabato mattina. Ma la stoicità e la caparbietà hanno premiato tutti i partecipanti presenti, non si sa come in orario, all’appuntamento, compresi i carrozzati a quattro ruote che hanno sfidato a suon di clacson e frizione le file della Salaria.

Si parte in direzione… una direzione… di là. Tanto il tempo è bello, un po’ fresco, sì, ma in compenso il traffico è regolare. Dove si va? Sempre là, a cercare curve e panorami, perché noi andiamo in moto, mica in macchina… ops! E comunque i panorami sono belli anche visti da un finestrino. La colonna lascia la strada principale, si inizia a salire con i motori che scalpitano al sentire odore di tornante. I km che ci separano dal buffet non sono molti, ma l’asfalto da soddisfazione ai copertoni e i tiri di frizione dei passaggi tra la seconda e la terza scandiscono il suono dei V – Twin, attraverso una vegetazione ancora immersa nell’ultima scia del letargo invernale.

Si arriva finalmente in cima al Monte Fumaiolo: il Verghereto è conquistato e le sorgenti del Tevere fotografate! La passeggiatina dopo pranzo per vedere dove nasce il “fiume sacro ai destini di Roma” diventa a questo punto obbligatoria, per chi il Tevere lo vive ogni giorno. 

N.d.R. Curiosità storica: la sorgente del fiume che bagna la capitale si trova nel territorio di Forlì dal 1923, anno in cui si decise, con un po’ di propaganda, di accorpare parte della Romagna Toscana, storica pertinenza territoriale di Firenze, alla regione Romagna. 

Che siano 600 metri o poco più, fatto sta che la passeggiata ha risvegliato tutti dal torpore del pranzo e ora sì, che ci si può rimettere in sella per raggiungere la meta della serata. Ecco quella… certo che, in fin dei conti si è sempre in moto, il passaggio al Lago Acquartita è d’obbligo, un allungo verso Bagno di Romagna necessario, insomma su, al Valico dello Spino a questo punto non si può dire di no. 

Se qualcuno può aver pensato che l’organizzazione delle quote rosa fosse solo una goliardata, di certo per le curve non si son fatte parlar dietro, almeno per la prima giornata! 

Bibbiena attende l’arrivo dei Biker con un aperitivo in piazza! Tavolini, bicchieri e bruschette ai fegatini sono già in bella mostra, non resta che accomodarsi a stuzzicare qualcosa per appuntare lo stomaco dopo la passeggiatina a piedi del dopo pranzo…

Le moto ripartono verso l’albergo dove una cena conviviale, preparata da sapienti mani, attende i commensali (sia mai che ne usciamo dimagriti da due giorni di raduno). E poi, soprattutto, cosa c’è di più bello del tempo passato insieme? Un pezzetto di crostata, un bicchiere di mirto o un cioccolatino pasquale? Ma no!! Troppo banale! Qui ci vuole un dopocena con effetti speciali e la special guest Vittorina Sambri!

N.d.R. Curiosità storica: Ettorina Sambri, detta Vittorina è la prima donna motociclista campionessa d’Italia definita al secolo come “intrepida donna” che mostra un coraggio «non comune nel mondo femminile e forse neanche… in quello maschile». Diciamo che ha dato un po’ di filo da torcere ai motociclisti portatori di pantaloni alla zuava degli anni ’20.

Insomma, un po’ di amarcord, fatto di storia vera e un po’ di quella che sarà invece, un domani, la storia del Forvm, evidenziata da una patch piccola e semplice, unica nel suo genere. Ecco a voi il “Run delle

Vestali 2024!”

È domenica, qualcuno torna a casa, qualcun altro invece continua con il giro, programmato ma non troppo, visto che il Passo della Consuma è un po’ inflazionato e si è costretti a una deviazione verso

Vallombrosa. Che a dire peccato si fa fatica comunque in questo caso… 

Vorrà dire che il resto del percorso lo terremo nel cassetto ancora per qualche mese. Intanto di strada bella se ne è fatta e si torna a casa con un po’ di asfalto percorso tra amici e con la soddisfazione di poter dire che nonostante le strade chiuse, ma solo quattro o cinque, ci siamo ritrovati ancora una volta! E che dire di chi, talmente tanto entusiasta ha deciso di strappare il filo della frizione pur di non vedere la fine del week end… 

Le vestali in vestaglia forse torneranno o forse no. Certo è che un piccolo tassello di storia è stato scritto per gli annali del Forvm Roma Chapter da Sabrina Antonelli, Roberta Grappasonni e Francesca.

A presto viaggiatori

Francesca Miss. Milka Monti editor

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