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Riding Season 2025

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Run del Girasole 2025

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Diario-2025

Trinacria da vivere in moto

Arduo compito raccontare a parole questo signor raduno. Tutto è stato esaustivamente già detto nella chat ufficiale. Ogni entusiasmo ben esposto e condiviso.

Parto dai ringraziamenti, che in teoria si fanno alla fine, ma volendo e perché no anche subito, esprimendo profonda gratitudine a tutti coloro che hanno contribuito a rendere indimenticabili sti 1500 e oltre km che l’hanno fatta da padrone. Questo dimostra che lo sforzo collettivo è spesso sinonimo di successo. Organizzatori, leader, coloro che hanno prestato il loro contributo pur non avendo mansioni in programma, soci partecipanti che conserveranno il ricordo indelebile e soci non partecipanti che leggeranno questo scritto e sarà un po’ come se lo avessero vissuto. Menzione speciale ai roddini (dicesi roddino il road appena insignito) che nel viaggio di andata si sono eccellentemente intervallati nella guida del gruppone. Carmine, Melzi junior, Pietro. Sotto l’attento supporto di Filippo e dell’inappuntabile Safety (lasciatemi dire) uno dei ruoli più azzeccati di questo rimpasto di direttivo! Grazie alle mie compagne di viaggio tutte (ma quanto eravamo belle in pole position?) in particolare Alessia e Roby che puntualmente mi ricordano di scrivere il pezzo e i suoi punti salienti.

Vabbè adesso basta. Bando ai lecchinaggi e ai complimenti ed entriamo nel vivo di questo cacchio di raduno… (cacchio?… stai cambiando Scilletta o stai male?).

Già dalla partenza si respirava aria di festa, nonostante avessimo davanti km e km di asfalto da vivere. Un mix di battiti cardiaci leggermente accelerati e preoccupazione per la stanchezza che si sarebbe fatta sentire. E invece anche no. Quattro soste tecniche e iniziamo a fare festa a Pizzo Calabro, dopo circa 600km. La libertà ci fa scegliere con chi trascorrere le ore precedenti la cena, chi fa passeggiata al mare, chi fa aperitivo a Pizzo facendosi corteggiare da un tramonto che dire meraviglia equivale a sminuirlo.

Un applauso speciale va al piatto di pasta co la ‘nduja che solo a ripensacce me fa venì i brividi. E comunque c’è stata na gara de tavolate: Babbionelle vs Pischelletti ha vinto su tutte. Mo de chi è er merito de sta vittoria non lo vojo dì!

Archiviamo il giovedì. Iniziamo un venerdì mattina con uno scossone per tutti. Qualcuno da lassù ci ha ricordato che stiamo vivendo una vita fatta sia di divertimento puro e condivisione, sia di forti perdite e di grandi lacrime. Eh già… grandi lacrime e disperazione. Questo è stato il mood del venerdì. I Nocciolini lasciano il gruppo per raggiungere la famiglia e stringersi nel loro dolore.

The show must… traghettiamo su Caronte dove iniziamo il viaggio culinario. Il primo arancino catanese, re indiscusso dello street food siculo. Ineguagliabile. Mentre te lo gusti chicco de riso dopo chicco de riso raggiungi… no vabbè non lo dico. Un personale pensiero mentre traghettavamo… chissà se prima de morì riuscirò a percorre in moto sto cazzo de ponte (scusate ma io penso in romano e co e parolacce).

L’accoglienza in concessionaria ad Acireale bella bella. Un po’ in mezzo alla strada, ma questo è. Musica e arancini, musica e birra, musica e cipolline, musica e bombe, musica e graffe, musica e iris, musica e panzerotti, musica e Hully Gully, e si fa un po’ tardi ma anche per via di… lo chiamerò Coso, nome di fantasia, dovesse girà il mondo l’articolo… ah ah ah… Dà da bere il gasolio alla moto. Gentilmente l’officina, e gratuitamente come ci dice il dealer, si occupa del danno. 

Un gruppo va al resort, un gruppo, grazie a Filippo e Max che ci hanno accompagnato, si dirige al borgo di Marzamemi. Famoso per la tonnara, ma bellissimo per aver raccolto le migliorie di ogni barone che si impossessava del feudo secolo dopo secolo. Leggetevi la storia su wiki, è molto interessante. Che fai non te li magni du cannoletti siciliani a Marzamemi? Nun giocamo su ste cose ehhh?

Arriviamo al resort, neanche 15 minuti e stiamo di nuovo con le gambe sotto al tavolino. Aiutateceeeee!

Grande festa in serata, riusciamo a liberarci di qualche caloria facendo quattro salti in pista che poi subitissimo reintegriamo con una serie di gin tonic che si materializzavano scontrino dopo scontrino…

E fu sabato. La mattinata è dedicata alla bellissima Ibla, uno dei due quartieri di Ragusa i cui capolavori architettonici, ricostruiti nel post terremoto di alcuni secoli fa, sono patrimonio dell’umanità. Cannoli, tanto per far salire un attimino la curva glicemica e succo di melograno per farla tornare linea retta.

Pranzo e cena al resort ma tra i due pasti principali ci affacciamo a Punta secca o se vi piace di più a Marinella dove godiamo di una “leggerissima” frittura di pescetti e birra. Chi è rimasto a Roma si starà chiedendo… ma questi hanno solo magnato in Sicilia? Noooo avemo pure bevuto! Eddaje con gli scontrini!

Che festa quella del sabato sera. Musica e divertimento fino alle 3. Un intervallo di spaghetti ajo e ojo e via di nuovo sul palco. Arriva presto presto la domenica e come tutte le cose belle volge al termine troppo presto. E’ lunga la strada che da Scoglitti porta a Palermo, ma la percorriamo senza battere ciglio fino alla club house del Palermo Chapter dove ci aspettano indovina un po’ pe fa che??? Chi ha detto pe magnà? Tutti, appunto. Stigghiola come se piovesse! Bonaaaaaaa. Una cosa l’ho capita. A Palermo due cose non devi mai fare. Non devi toccare le banane e non devi raccogliere i documenti di identità delle persone.

L’imbarco sul traghetto ha fatto perdere qualche kilo a Silvano e Giovannino i nostri due piccoli grandi uomini che con non poche difficoltà hanno risolto i problemi legati ad una gestione malsana della compagnia di navigazione. Io e Gloria ci siamo ritrovate CindoloCiondolo in cabina, mo non ho capito se si è imbucato di proposito o… ahahahah si gioca ehhh! E anche nel quadrato della nave scopri cose che ti suscitano curiosità e interesse, tipo che ne so lavà i piatti coi guanti de gomma… la mano a cucchiara… Adesso basta!

Civitavecchia arriviamo!

Bello bello bello. Il raduno che resterà nel cuore.

Scibel

Articolo originale tratto da https://bikerstreet.it/

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Run Orvieto

03.2025

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Lucca Run – 2025

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Locandine ante 2025

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Locandine 2025

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La notte dei gufi – 2025

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L’uguaglianza è un diritto

L’Unione Donne Italiane si sta occupando delle celebrazioni per l’8 marzo. Siamo nel 1946. La nostra amica Maria (nome di invenzione) è alla ricerca di un fiore che possa rappresentare questa giornata su tutto il territorio nazionale, da Nord a Sud, un fiore che possano reperire le donne di ogni ceto. Altri fiori inizialmente presi in considerazione tra cui garofano e orchidee, furono scartati perché erano troppo costosi. Serviva un simbolo di unità e condivisione ma anche di semplicità e forza… una mimosa! Un albero che cresce spontaneo, dalle radici forti e profonde, e una grande chioma di fiori d’oro, vivaci che ondeggiano al vento e con una fioritura precoce. Quale fiore renderebbe meglio l’idea di chi è una donna?

Tanti auguri a tutte voi Ladies

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Carnival Party 2025

“Uh, poffare poffarissimo! È tardi! È tardi! È tardi!” *

Bisogna andare alla festa, corri corri!! E così, i personaggi di questa fiaba partono alla scoperta del fantastico mondo del “Carnival party”.
Il tempo è brutto e giro in moto non ce n’è, per cui a malincuore si decide per una gita all’insegna della comodità… le quattro ruote. Riusciranno i nostri amici a vincere tutte le insidie del viaggio ed arrivare a destinazione?
Armati solo di un sacchetto magico pieno di qualsivoglia leccornia, i nostri prodi si incamminano alfine per una strada impervia cavalcando il loro drago sputafuoco (altresì detto: date le previsioni meteo e la natura dell’evento, hanno optato per macchina e pulmino e sono partiti con una cofana di roba da mangiare durante il tragitto).
Nel frattempo in un paese lontano lontano c’è un cavalier servente che, ansioso e in attesa del grande evento, insieme ai suoi scudieri, prepara il caloroso benvenuto ai viaggiatori che arriveranno, disponendo con entusiasmo e tanta gioia, delle ghiottonerie e rinfreschi per dare sollievo all’arrivo degli invitati dopo la lunga traversia.
I nostri prodi giungono finalmente all’accampamento, il cavalier servente li accoglie a suon di pizza e bevande, per il giusto ristoro e perché già sa che alle ore 20.00 inizierà la vera battaglia, come da programma evidenziato nella locandina dell’evento. L’accoglienza come sempre è impeccabile.
Parola d’ordine: mascherarsi!
Parrucca allacciata, telefonini ricaricati, calzamaglia indossata. E ora via, si entra in scena… Trombette e cotillon le armi estratte a sorte! E alla fine, come al solito, abbiamo vinto a suon di coriandoli in faccia e ci siamo riappacificati intrecciando frappe e castagnole.
Possiamo tornare a casa soddisfatti, magari gustando una pappardella reale sulla via del rientro, che la strada del rientro per noi è pellegrina (anche detto: mo che tornamo a Roma, col Giubileo ce ritocca traffico doppio, chissà se sti lavori per il 2033 l’avemo finiti)!

Drin driin driiinnnnnn
“ma mo che è? Oh cavoletto… me devo prepara’ che devo parti’ per il Carnival party!!! Ma che me so sognata stanotte?!?”

* Cit Bianconiglio
Francesca Miss Milka editor e Luis Hernando Cruz Sanabria editor Riccione Chapter